In questo approfondimento proveremo a fare chiarezza sul fantastico mondo del vetro vedendo cos’è e come si produce.
Oggi proviamo a rispondere ad una domanda che sembra scontata ma non lo è affatto: cos’è il vetro? È un materiale solido amorfo formatosi per progressiva solidificazione di un liquido viscoso, ottenuto per fusione di minerali cristallini.
Come si produce il vetro?
Il processo di produzione del vetro varia in caso di lastre di vetro o vetro soffiato (per la produzione di bottiglie o bicchieri).
In entrambi i casi la produzione del vetro si divide in fasi:
- Preparazione della materia prima;
- Fusione della materia prima;
- raffreddamento e lavorazione.
La materia prima è costituita da sabbia silicea e altri componenti chimici a seconda della qualità di vetro. Talvolta la materia prima per la produzione del vetro è costituita da vetro frammentato derivato dalla raccolta differenziata con il riciclo del vetro. In questo caso la preparazione è costituita dalla separazione e dalla purificazione delle “materie prime seconde”.
Nella prima fase avviene il setaccio delle materie prime, l’essiccazione e il pre-riscaldamento. Successivamente la materia prima viene condotta direttamente alla fornace a circa 1300° C. Da qui esce vetro fuso incandescente che viene fatto confluire nel “bagno”.
Dopodiché la massa vetrosa è fatta passare su un bagno di metalli fusi (generalmente stagno che fonde a basse temperature), in un ambiente chiuso, evitando il contatto dell’aria. Il vetro si trova così a galleggiare (to float, in inglese) su di una superficie di cui assume la planarità, diventando lastra.
Per evitare che un brusco raffreddamento possa frantumare la lastra, il vetro passa in un forno di ricottura a temperatura più bassa, che permette un raffreddamento graduale. Infine il vetro tagliato in lastre di dimensioni diverse, in relazione alle necessità.
Le diverse tipologie
Il vetro è un materiale con cui si ha a che fare quotidianamente. A seconda della lavorazione e dell’utilizzo, si hanno diversi tipi di vetro, come il vetro temprato, un vetro sottoposto ad uno shock termico durante la lavorazione che genera sulla superfice della lastra uno stato di “compressione” che produce un miglioramento della resistenza meccanica, o come il vetro stratificato, un vetro che grazie alla sua composizione non si divide in molteplici pezzi quando fratturato.
Alla rottura, uno strato intermedio, tipicamente di polinivibuttirale (PVB), interviene mantenendo insieme gli strati di vetro che lo circondano. In questo modo, anche se il vetro si rompe, non abbandona la sua sede.
Commenti recenti